Alice nel paese delle meraviglie
liberamente ispirato a “Alice nel paese delle Meraviglie” e “Oltre lo Specchio” di Lewis Carroll
con Patrizia Camatel e Elena Romano
testo e regia di Fabio Fassio
oggetti e costumi di Agnese Falcarin
elementi scenici di Andrea Fasano
destinatari: scuola primaria, secondaria di I grado, domeniche a teatro - dai 6 ai 13 anni
durata dello spettacolo: un tempo unico 70’ circa
GALLERY
LO SPETTACOLO
Alice ha perso la Meraviglia. Ormai è adulta, sola e schiava della routine: stende i panni, prende il the e legge un libro noioso in un loop infinito senza colore. Un giorno sua sorella (non quella che le leggeva i libri senza figure, ma l’altra, che non conosciamo) decide di prendersi cura di lei e di aiutarla a ritrovare il suo mondo delle meraviglie perduto. Per fare questo ha preparato un baule di costumi, oggetti, pupazzi: tutto il corredo per strappare Alice dalla sua apatia e farla giocare ad essere nuovamente Alice. Edith, così diversa da lei, è sempre stata il suo Bianconiglio, ma Alice lo scopre solo ora. Tutto è pronto per ripercorrere il viaggio e ritornare in quel mondo a testa in giù che per la seconda volta costringe la bambina ormai adulta a fare i conti con un altro passaggio, un altro cambiamento, un’altra crescita.
Alice e Edith, dal loro giardino, porteranno bambini e adulti ad incontrare il Brucaliffo, Pinco Panco, lo Stregatto, la Regina di Cuori, il Cappellaio Matto e tutto il fantastico immaginario che Lewis Carroll ha saputo creare per noi, bambini che non vogliono crescere.
TECNICHE TEATRALI
La cura che Edith ha in mente per Alice è il gioco, e come in tutti i giochi la regola principale è divertirsi. Alice e Edith passeranno dal travestimento, ai puppets, al canto. Il filo da stendere diventerà sipario e quinte, il baule palco e tutto non sarà ciò che sembra, come nel Paese delle Meraviglie.
LE TEMATICHE PRINCIPALI
Il Brucaliffo pronuncia il vero titolo dello spettacolo e la principale tematica, ovvero: “Alice, cosa essere tu?”. Che cosa è, e che cosa diventa ognuno di noi in ogni momento? E dopo molti ripetitivi momenti in solitudine? Cosa rimane della meraviglia dell’infanzia in un adulto schiavo dell’abitudine? Che cosa ne è dell’essere umano se nessun altro essere se ne prende cura?