Siamo fatti di stelle
OMAGGIO A MARGHERITA HACK, NEL CENTENARIO DELLA NASCITA
con Patrizia Camatel e Giulia Masoero
testo di Roberta Arias e Patrizia Camatel
canzoni e musiche di Antonio Catalano e Matteo Ravizza
destinatari: tout public, domeniche a teatro, scuola primaria, secondaria di I grado - dai 10 ai 13 anni
durata dello spettacolo: atto unico di 60’
GALLERY
LA TRAMA
Una professoressa di astronomia ha, tra i suoi allievi, una giovane ed eccentrica studentessa, Celeste, molto appassionata delle bellezze e dei misteri del cosmo. I dialoghi tra le due protagoniste, ora dal tono spiritoso ora scientifico o poetico, costituiscono il medium teatrale che introduce il pubblico alla scoperta di tante meraviglie dell’universo che incuriosiscono – e talora spaventano - l’umanità fin dalle sue origini. Al discorso più propriamente astronomico, che viene affrontato con il rigore dovuto alla disciplina, si affianca anche un percorso stimolante di domande, poste dall’allieva alla studiosa, in merito a tante curiosità astronomiche: quanti anni ha il Sole? Cosa c’è dentro un buco nero? Esistono gli extraterrestri?
Di lezione in lezione, tra la “Prof” e l’allieva nasce un rapporto di affinità e affetto che, si scoprirà, ha le sue origini proprio in quelle stelle affascinanti e lontane, che le due osservano...ma chi è davvero Celeste, ragazzina inquieta e dalle insospettate conoscenze sull’universo? L’incontro con la professoressa è davvero stato un caso? Tra racconto di fantasia e ispirazioni alla biografia e al pensiero della studiosa, una storia da gustare in leggerezza, “con il naso all’insù”...e con un finale che, forse, non sarebbe dispiaciuto a Margherita Hack...
LO SPETTACOLO
E’ un omaggio ideato, scritto ed interpretato da donne per una grande donna del panorama culturale italiano e internazionale: Margherita Hack, la nota astrofisica scomparsa nel 2013, “stella” davvero intramontabile grazie alla sua personalità straordinaria, ai suoi molteplici interessi nel campo dello sviluppo sociale e culturale, ai suoi meriti scientifici, e non ultimo alla sua umanità e alla grande capacità comunicativa, che la rendeva capace di trasmettere con semplicità e chiarezza concetti complessi al pubblico più vasto, anche quello dei giovanissimi.
In scena abbiamo posto una “Prof” di cui non si fa mai il nome, una sorta di alter ego di Margherita Hack in cui ai dati biografici e alle citazioni tratte dagli scritti e dalle tante interviste, si può così mescolare l’invenzione teatrale, meccanismo che ci consente di ritrovarla in una immaginaria aula scolastica alle prese con un’interlocutrice improbabile (si scoprirà il perché!), che fa da tramite tra la scienziata e il pubblico.
Pensiamo che l’idea di creare uno spettacolo teatrale che introduca il pubblico, particolarmente quello di ragazzi, ad una scienza affascinante e complessa come l’astrofisica con una modalità accattivante e accessibile sia in linea col pensiero della Hack, che per i giovanissimi ha scritto molto.
LE TEMATICHE PRINCIPALI
Il lavoro teatrale intende presentare in modo accessibile, ma sempre rigoroso, alcuni elementi dell’affascinante disciplina scientifica che studia l’universo, con particolare attenzione al Sistema Solare, di cui fa parte il nostro Pianeta Terra, e ai corpi celesti che compongono la nostra galassia, la Via Lattea. La trattazione di questi argomenti sarà anche occasione per parlare dei mezzi utilizzati – oggi e in passato - dall’astronomia per avanzare nella conoscenza del cosmo.
Il susseguirsi di lezioni-scene intende accendere nel pubblico la curiosità nei confronti dei vari argomenti e il desiderio di approfondire in classe quanto introdotto con il mezzo teatrale.
TECNICHE TEATRALI
Lo spettacolo, pur utilizzando principalmente il linguaggio della prosa, attraverso i dialoghi tra le due attrici in scena, non manca di momenti più propriamente narrativi e anche di momenti di animazione volti a coinvolgere in prima persona il pubblico, che fin dall’inizio si sente partecipe, come una classe di studenti, al corso di astronomia tenuto dalla professoressa. Anche l’uso della lavagna, di oggetti di scena significativi, tra cui un plastico del sistema solare, sono tutti intesi a visualizzare in modo immediato ed accattivante il discorso scientifico che percorre tutta la trama.
RECENSIONI
"Lo spettacolo ha fatto ridere, sorridere e commuovere." E.Schiffo, La Stampa
"(…) Questo lavoro prodotto dal Teatro degli Acerbi può essere considerato un tentativo, riuscito, di riconciliazione tra due flussi dell'umano sapere seguenti altrettante linee soltanto apparentemente divergenti, l'umanesimo e la scienza. (...) La capacità delle due interpreti nel realizzare questa integrazione può a pieno titolo rappresentare quanto l'astrofisica sapeva fare dei suoi ascoltatori rendendoli consapevoli di essere parte, non importa se magna o minima, di quell'universo di cui, disquisendo, cercava di sondarne i segreti. In sintesi lo spettacolo è consistito nel fare andare d'accordo letteratura e matematica dimostrando come anche in un'equazione possa esserci poesia, a condizione che la si osservi da un opportuno punto di vista." D.Bussi, La Gazzetta d'Asti
MESSAGGIO DEL PUBBLICO AGLI ALIENI
"Vorrei che ci fosse un altro pianeta che non ci fossero guerre come la nostra Terra."
"Alieni spero che un giorno terrestri e alieni si incontrano. Dalla Terra."
"Ciao alieni mi mandate una foto di voi e un pezzo di luna?"
"Ma chi sono gli extraterrestri?"
"Magari non avremo ancora le navi spaziali...ma quaggiù abbiamo persone con una fantasia meravigliosa!"